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sabato 23 marzo 2013

Love story

Love story (1970) di Arthur Hiller con Ryan O'Neal e Ali Mac Graw

Non ho resistito. A Natale mi sono regalata alcuni vecchi film che ho voglia di rivedere e tra questi ho scovato Love Story.

Lo so, l'ennesimo film strappalacrime. Chissà perché negli anni 70 c'era abbondanza di film tristissimi. Sono cresciuta con film come "Incompreso", "Il campione" e tutta la serie di film di Renato Cestié (L'ultimo sole di primavera, Bianchi cavalli d'agosto, Il venditore di palloncini)...arghhh!

Love story, anche se non ha mai goduto di considerazione particolare da parte della critica, secondo me è un bel film.
E' una storia semplice, a partire dal titolo. E' banale chiamare una storia d'amore Love story? Mah, forse sì, ma quando dici Love story, chi storcendo il naso, chi no, tutti pensano al libro di Erich Segal (sì, lo confesso, ho letto anche il libro e ho pianto anche lì) e poi al bel Ryan O'Neal e all'irriverente Ali Mac Graw del film.

Fanno tenerezza questi due giovani studenti: lui è il rampollo di una ricchissima famiglia e si chiama Oliver Barrett IV e studia legge ad Harvard. Lei è Jennifer Cavilleri, figlia di un italo-americano che ha "una pasticceria di lusso" e studia Musica polifonica alla Radcliffe.

Si incontrano e lei comincia subito a prenderlo in giro chiamandolo Preppie (da Prep School - scuole private molto costose)

- Non avete le vostre biblioteche, Preppie? -
- Perché mi chiami Preppie? -
- Perché hai l'aria stupida e ricca -
- E invece sono intelligente e povero -
- No, no,  io sono intelligente e povera -
- E perché ti credi intelligente? -
- Non verrei mai a prenderere un caffè con te -
- Guarda che io non te l'ho offerto -
- Lo vedi? Te l'ho detto che sei stupido! -

Cominciano a frequentarsi..ça va sans dire.
Il loro rapporto diventa sempre più stretto, "dopotutto cosa c'è di più bello di Mozart, di Bach...e di te" dice Jenny quando finalmente lascia cadere le sue resistenze.

Sono felici Jenny e Oliver. Poi un giorno lei gli dice che l'anno successivo andrà a studiare a Parigi perché ha vinto un borsa di studio e al suo stupore risponde così:

- Oliver, Harvard è come un grande sacco di Babbo Natale, ci trovi tanti strani giocattoli, ma passato Natale devono tornare tutti al proprio posto -
- E tu vuoi tornare a impastare biscotti a Rhode Island? -
- Pasticceria di lusso, e non prendere in giro mio padre -
- Allora non lasciarmi Jenny -
- E che fine fa la mia borsa di studio e Parigi che è da quando sono nata che muoio dalla voglia di vedere? -
- E che ne è del nostro matrimonio? -
- E chi ha mai parlato di matrimonio? -
- Io, lo faccio adesso -
- Vuoi sposarmi?.... Ma perché? -
- ......perché sì! -
- E' un 'ottima ragione! -

E così vanno a comunicare la decisione alla famiglia Barrett e l'incontro ha così tanto successo che poi, in disparte (in presenza di Jenny sarebbe sconveniente!) Oliver Barrett III minaccia di diseredare Oliver se insiste in quella direzione scellerata.

Oliver comincia così a capire cosa vuol dire dover contare solo sulle proprie forze. I due si sposano e comincia un periodo faticoso, dove per sopravvivere e permettere a Oliver di continuare a studiare per diventare avvocato, Jenny insegna e Oliver arrotonda come può con qualche lavoretto.

Quando finalmente Oliver inizia a lavorare e a guadagnare bene, cominciano a sognare di avere un bambino. La cosa certa è che non si chiamerà mai Oliver Barret V, piuttosto...Bozo il pagliaccio!

Sono felici, finalmente le cose cominciano a girare e le ristrettezze passate sono solo un ricordo....fino a quando la vita decide di prendere un'altra strada, come a volte fa la vita.

E Oliver si ritrova a dire a suo padre l'ultima cosa che avrebbe mai pensato di dirgli e che ha imparato da Jennifer:

"Amare significa non dover mai dire mi dispiace"



3 commenti:

  1. Nooo... "Love Story"!!! Uno dei film che più ho evitato nella mia vita!!
    Lessi alcuni stralci del libro su un'antologia, quando ero ragazzina, e per quanto mi attirassero (sia il libro che il film) l'ho evitato come la peste. Detesto piangere per un film, a volte mi ritrovo a vedere film strazianti ma inconsapevolmente (tipo "Questione di cuore", allagai la sala, quella sera).
    Peccato questo mio difetto... Mi hai fatto tornare voglia di vederlo. :(

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    1. Non volevo tentarti ;) Vedila così: io l'ho guardato una sera che ero veramente triste e mi sono sfogata. A volte piangere ci permette di misurare la nostra resistenza e asciugate le lacrime, possiamo solo stare meglio. (Ecco mi è venuta in mente Karen Blixen in La mia Africa... mi toccherà parlarne ;)
      In ogni caso i due protagonisti sono proprio belli, sono teneri e dolcissimi, senza essere sdolcinati. Ma non voglio insistere. Ciao Asaka, grazie.

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  2. Ah, "La mia Africa"... A questo punto parliamo pure di "I ponti di Madison County", e finiamoci di farci del male! ;) (ho amato "I ponti...", tanto tanto :))
    Se vedrò Love Story ti farò sapere... a me le lacrime fanno l'effetto contrario, mi deprimono ancora di più!
    Grazie a te, a presto!

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